Chemioterapia ad alte dosi con trapianto autologo di cellule staminali come terapia adiuvante nel carcinoma della mammella
La chemioterapia adiuvante ad alte dosi con trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per il cancro primario al seno ad alto rischio non ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza.
Studi individuali hanno avuto un potere limitato nel mostrare un beneficio complessivo o benefici all’interno di sottoinsiemi.
Sono stati raccolti i dati di singoli pazienti da 15 studi clinici randomizzati confrontando chemioterapia adiuvante ad alto dosaggio versus terapia di controllo, senza il supporto di cellule staminali.
Gli end point primari definiti prospetticamente sono stati la sopravvivenza libera da recidiva e la sopravvivenza globale.
Tra le 6210 pazienti totali ( n=3118, chemioterapia adiuvante ad alte dosi; n=3092, controlli ), l'età media era di 46 anni, il 69% era in pre-menopausa, il 29% era in post-menopausa e per il 2% non era conosciuto lo stato menopausale; il 49.5% era recettore ormonale ( HmR ) positivo; il 33.5 % era HmR negativo, e il 17% era HmR non-noto.
Il follow-up medio è stato di 6 anni.
Dopo aggiustamento dell'analisi per le covariate, è stato osservato un prolungamento della sopravvivenza libera da recidiva con chemioterapia adiuvante ad alte dosi ( hazard ratio, HR=0.87; P inferiore a 0.001 ), ma non della sopravvivenza globale ( HR=0.94; P=0.13 ).
Per la sopravvivenza globale, nessuna covariata ha avuto interazioni statisticamente significative con l'effetto del trattamento, e in nessun sottoinsieme è stato dimostrato un effetto significativo della chemioterapia adiuvante ad alte dosi.
Le pazienti più giovani hanno avuto una sopravvivenza libera da recidiva significativamente migliore rispetto alle pazienti più anziane con la chemioterapia adiuvante ad alte dosi.
In conclusione, la chemioterapia adiuvante ad alte dosi con trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ha prolungato la sopravvivenza libera da recidiva nelle pazienti con cancro primario mammario ad alto rischio rispetto ai controlli, ma questo non si è tradotto in un significativo beneficio sulla sopravvivenza globale. ( Xagena2011 )
Berry DA et al, J Clin Oncol 2011; 29: 3214-3223
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